Stagione 3

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EPISODIO 38 - Parkinson: fenotipi atipici e come distinguerli

di Prof. Paolo Solla & Dr. Francesco Favruzzo

Razionale EP. 38 (27.06.2023)

Parkinson: questa malattia è spesso semplicemente etichettata come, passatemi il termine, “malattia motoria” e, almeno a me, quelli che vengono subito in mente sono i fenomeni clinici tipici, caratterizzati dalla triade di bradicinesia, tremore a riposo e rigidità. Tuttavia, all’interno del complesso mare-magnum della malattia di Parkinson ci sono molti fenomeni che si discostano da questi fenomeni tipici. Tali fenomeni, oltre ad essere molto frequenti, spesso sono quelli che conferiscono la maggior disabilità al paziente anche perché rispondono poco alla classica terapia dopaminergica. Questi sintomi, che in letteratura vengono classificati principalmente in disturbi neuropsichiatrici, disturbi del sonno, disturbi autonomici, disturbi sensitivi e altri disturbi motori, possono presentarsi prima, insieme o in seguito all’insorgenza dei classici sintomi motori. In tal modo possono venirsi a costituire dei fenotipi atipici di malattia, che rappresentano una vera e propria sfida diagnostica. Il neuropatologo Heiko Braak, nel 2003, formulava un’ipotesi secondo la quale la neurodegenerazione nel Parkinson seguirebbe 6 stadi con un iniziale coinvolgimento, da parte della malattia, di alcune aree del tronco encefalico senza interessare la fantomatica substantia nigra, che sarebbe interessata solo in un secondo momento insieme ad un coinvolgimento del mesencefalo e dei gangli della base e, infine, una diffusione alla corteccia. Questa ipotesi potrebbe spiegare l’insorgenza di alcuni sintomi non motori, quali disturbi del sonno e iposmia, prima dei classici sintomi motori mentre altri disturbi, come il decadimento cognitivo, a distanza di anni dalla diagnosi. 

 

 

 

EPISODIO 37 - Riconoscere e trattare le disautonomie: guida di sopravvivenza

di Dr.ssa Camilla Rocchi & Dr. Tommaso Cillotto | UOC Neurologia, Policlinico Tor Vergata, Roma & IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna

Razionale EP. 37 (22.06.2023)

Il sistema nervoso vegetativo è uno dei sistemi maggiormente integrati del nostro organismo, in connessione con i sistemi afferenti ed efferenti somatici e con le strutture che sottendono i nostri processi emozionali, volto al mantenimento dell’ equilibrio omeostatico, implicato nella modulazione dei nostri comportamenti, del sonno, di risposte neuro endocrine e neuro immunologiche. Esso è controllato dal network autonomico centrale, una vasta rete di connessioni distribuita su più livelli gerarchici caudo-cranialmente dal midollo sino alla corteccia. Data questa forte interconnessione il SNV può venire alterato, a qualsiasi livello del SNC o SNP, in senso di iper o ipofunzione, in numerosi processi patologici, che possono comprometterlo in modo isolato (ad esempio nella ganglionopatia autonomia autoimmune, nella PAF o per l’uso di Farmaci) o in associazione ad altre manifestazioni neurologiche/sistemiche come nell’ambito di:
1. disordini neurodegenerativi (di cui in primis sinucleinopatie, prioniche, leucoencefalopatie ereditarie)
2. In casi di Mielopatie di varia natura
3. In corso di NEUROPATIA PERIFERICA – su base autoimmunitaria/paraneoplastiche – endocrino/metabolica/tossica/Infettiva (HIV, Lyme) – Ereditaria: in quest’ambito citiamo Amiloidosi, neuropatia sensoriale autonomica (es.HSAN3- Sdr.Riley Day), Fabry, Canalopatie del sodio, Porfiria acuta intermittente
4. Ricordiamo infine il frequente coinvolgimento autonomico in alcuni disordini della giunzione NM (botulismo, LEMS)
5. Altre forme rare: deficit Dopamina Beta idrossilasi; Forme “segmentarie/distrettuali”: Sindrome di Ross

 

 

 

EPISODIO 36 - Neuropatia delle piccole fibre

di Dr. Daniele Cazzato & Dr. Daniel Litewczuk | UOC Neurologia 6 - Neurofisiopatologia Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "C. Besta", Milano & Neurology Resident Department of Human Neuroscience Sapienza University

EPISODIO 35 - Deep Brain Stimulation: un lavoro di squadra

di Dr. Rocco Quatrale & Dr. Roberto Infante

Razionale EP. 35 (15.06.2023)

La DBS è ormai da decenni un trattamento di consolidata efficacia sia per la Malattia di Parkinson idiopatica, sia per altri disturbi del movimento come tremore e distonia e anche in altri disordini come la sindrome di Tourette o la cefalea a grappolo. Il percorso terapeutico è però complesso e prevede la partecipazione di diversi attori come neurologi, neurochirurghi, neuroradiologi, professionisti sanitari come infermieri, fisioterapisti e psicologi specializzati ed infine il paziente stesso. In una parola, il DBS Team

 

 

 

EPISODIO 34 - Stroke on DOAC: treat or threat

di Dr. Andrea Zini & Dr. Gabriele Prandin | Direttore UOC Neurologia e Rete Stroke metropolitana - Ospedale Maggiore IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna & Medico in formazione specialistica presso la Clinica Neurologica - Stroke Unit dell’Università di Trieste

Razionale EP. 34 (13.06.2023)

Gli anticoagulanti orali diretti (DOAC) contro il fattore Xa e IIa hanno rivoluzionato le terapie per i pazienti con disturbi trombo-embolici, in particolare il cardioembolismo da Fibrillazione atriale non valvolare. Questa classe di farmaci che comprende Apixaban, Rivaroxaban, Edoxaban e Dabigatran ha dimostrato la sua superiorità nel diminuire il rischio emorragico sistemico ed intracranico e la medesima efficacia nel prevenire eventi ischemici cerebrali se paragonati al warfarin, come confermato da una metanalisi di trial clinici randomizzati pubblicata su Circulation nel 2022 che includeva circa 71000 pazienti. La diffusione di questi farmaci ha comportato però un problema nel trattamento in caso di evento ischemico acuto: essi infatti se associati alla trombolisi, potrebbero teoricamente indurre una complicanza emorragica. Secondo le linee guida ESO 2021, viene raccomandata la valutazione dell’attività anticoagulante pre trattamento per stimare se il farmaco è a concentrazioni terapeutiche o sub terapeutiche, dando quindi la possibilità di eseguire il trattamento trombolitico nel caso in cui fosse sub terapeutico. Nel caso in cui il dosaggio fosse ancora in range, non è completamente chiarito il ruolo dei reversal specifici come l’Idarucizumab (per dabigatran) o Andexanet (per Apixaban e Rivaroxaban).

 

 

 

EPISODIO 33 - Stroke giovanile, non è un ossimoro

di Dr.ssa Anna Bersano & Dr. Francesco Pedrazzini | Direttrice della Struttura Complessa di Malattie Cerebrovascolari dell'istituto Neurologico Carlo Besta di Milano & Medico specializzando presso Università degli Studi di Milano-Bicocca – Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori, Monza

EPISODIO 32 - Medicina traslazionale i neuroncologia. Dove siamo, dove andiamo?

di Prof.ssa Roberta Rudà & Dr.ssa Valentina Pieri | Direttore dell’Unità Operativa di Neuro-Oncologia Clinica del Dipartimento di Neuroscienze 'Rita Levi Montalcini' dell’Università di Torino e Città della Salute e Scienza di Torino & Specializzanda in Neurologia all’Ospedale San Raffaele di Milano

Razionale EP. 32 (06.06.2023)

La Neuro-Oncologia è una branca particolare della Neurologia, che ha conosciuto negli ultimi anni degli straordinari avanzamenti sia in ambito diagnostico che terapeutico. Sotto la spinta di rapide, nuove acquisizioni della biologia molecolare, nel 2021 è stata definita la nuova classificazione WHO che integra in maniera crescente il dato molecolare agli aspetti istologici convenzionali per una definizione diagnostica sempre più accurata, anche nel caso di tumori rari.   L’identificazione di mutazioni “driver” per la crescita tumorale ha aperto poi la strada alle terapie target, vale a dire all’utilizzo di farmaci inibitori di specifiche mutazioni che iniziano ad avere un ruolo anche nei tumori cerebrali in aggiunta alle terapie tradizionali radio e chemioterapia. È evidente che stiamo parlando di pazienti molto complessi, che richiedono un approccio multidisciplinare ma dove il neurologo, con le sue competenze d’organo, riveste un ruolo importante. Tra l’altro, l’aumento della popolazione anziana ha visto un aumento di frequenza di alcuni tumori cerebrali, glioblastoma e linfoma in primis, e queste patologie rappresentano una parte non trascurabile dei pazienti che vengono ricoverati nei Reparti di Neurologia.

 

 

 

EPISODIO 31 - E se fosse un caso di Fabry?

di Dr. Alessandro Burlina & Dr.ssa Benedetta Storti | Direttore dell’UOC di Neurologia Presidio di Rete di Bassano del Grappa AULSS7 “Pedemontana” & Medico Neurologo a Milano

Razionale EP. 31 (01.06.2023)

La malattia di Fabry è una patologia X linked che ha una incidenza annuale variabile, ma che secondo l’autorevole rivista Lancet (Zarate, 2008) si attesta tra 1 ogni 40’000 e 1 ogni 117’000 nati vivi. La prevalenza invece è più difficile da cogliere con certezza, ed è probabilmente sottostimata. Essa, se si considerano le varianti a esordio tardivo, è di circa 1 caso ogni 3’000 individui.  E’ una malattia che Orphanet definisce panetnica. Con esordio dei sintomi solitamente nell’infanzia, ma spesso diagnosticata più tardivamente.

 

 

 

EPISODIO 30 - Charcot-Marie-Tooth: quello che c'è da sapere

di Dr. Davide Pareyson & Dr. Andi Nuredini

Razionale EP. 30 (30.05.2023)

La malattia di Charcot-Marie-Tooth (CMT) è la più frequente neuropatia su base ereditaria, e colpisce circa 1 persona ogni 2500. La CMT può esordire in età pediatrica o più tardivamente e le manifestazioni cliniche possono variare in modo sostanziale anche all’interno della stessa famiglia. Clinicamente la CMT è caratterizzata da progressiva debolezza e atrofia muscolare distale, riflessi osteotendinei assenti o ridotti, disturbi sensoriali e deformità distali. 

Mutazioni a carico di più di 80 geni sono state associate a CMT ma si conosce ancora poco sulla correlazione genotipo-fenotipo nelle varie forme e purtroppo, sebbene la ricerca in materia sia molto attiva, ad oggi non è disponibile una terapia disease-modifying efficace.

 

 

 

EPISODIO 29 - Disturbi della Coscienza e fattori clinici confondenti

di Dr.ssa Rita Formisano & Dr.ssa Maria Francesca Creta | Primario Unità Post-Coma Ospedale di Riabilitazione Fondazione Santa Lucia & IRCCS Istituto delle Scienze neurologiche di Bologna, Neurologia e Rete Stroke Metropolitana, Ospedale Maggiore, Bologna.

EPISODIO 28 - Ipersonnia diurna: oltre le OSA c'è di più

di Dr. Andrea Romigi & Dr. Alessandro Castelli

EPISODIO 27 - Amiloidosi TTR: come scoprirla, come trattarla

di Dr. Marco Luigetti & Dr.ssa Giorgia Bruno | Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. UOC Neurologia. Università Cattolica del Sacro Cuore. Sede di Roma. Dipartimento di Neuroscienze & Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Santobono-Pausilipon di Napoli Dipartimento di Neuroscienze - UOC Neurologia Pediatrica

Razionale EP. 27 (18.05.2023)

L’amiloidosi da transtiretina è una malattia genetica rara a trasmissione autosomico dominante con esordio in età adulta. La patologia è causata da mutazioni del gene TTR che determinano l’accumulo di fibrille di amiloide responsabili di un danno multiorgano con particolare coinvolgimento del sistema nervoso periferico e autonomo. Fino a poco tempo fa, i farmaci sintomatici e il trapianto di fegato, per casi selezionati, erano le uniche chance terapeutiche. La scoperta dei meccanismi patogenetici molecolari e i progressi delle tecnologie farmacologiche hanno portato a una rivoluzione terapeutica. Un ampio spettro di terapie mirate, infatti, è già disponibile sul mercato e altre sono prossime a ottenere l’approvazione. La sfida per il neurologo è rappresentata dal cogliere i campanelli di allarme della patologia per arrivare più precocemente possibile alla diagnosi, prevenire la disabilità e ottimizzare la prognosi. 

 

 

 

EPISODIO 26 - Cannabis ed epilessia: la tetraidrorivoluzione del trattamento antiepilettico

di Prof. Emilio Russo & Dr. Fedele Dono | Dipartimento di Scienze della Salute Università Magna Grecia di Catanzaro UOC di Medicina Legale AOU Mater Domini di Catanzaro, Coordinatore Commissione Farmaco LICE, Componente gruppo di Studio Cannabis Terapeutica LICE & Neurologo e Dottorando in Neuroscienze, Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara

EPISODIO 25 - Predizione dell'outcome in epilessia

di Dr. Giovanni Assenza & Dr.ssa Margherita Contento | Ricercatore in Neurologia presso Università Campus Bio-Medico di Roma & Dottoranda presso l'università di Firenze Medico neurologo presso l'Ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone

Razionale EP. 25 (11.05.2023)

La predizione dell’outcome in epilessia può riguardare diversi aspetti: come il paziente risponderà ad una determinata terapia farmacologica, oppure l’ eventuale successo di un intervento chirurgico o, ancora, l’eventuale recidiva epilettica dopo sospensione completa della terapia. In questo podcast con il Professor Assenza proveremo ad esplorare alcuni di questi aspetti.

 

 

 

EPISODIO 24 - Gravidanza ed epilessia: what should we do?

di Dr.ssa Barbara Mostacci & Dr.ssa Bruna Nucera | IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna, membro della Rete Malattie Rare Epicare & Centro Epilessia, Dipartimento di Neurologia, Ospedale Franz Tappeiner, Merano (Bolzano)

EPISODIO 23 - Come diventare gli Angeli del trattamento dell'ictus

di Dr. Marcello Naccarato & Dr. Matteo Farè | Responsabile SS Stroke Unit SC Clinica Neurologica - Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina - Trieste & Università degli Studi di Milano-Bicocca

Razionale EP. 23 (04.05.2023)

Nonostante varie linee guida e pubblicazioni internazionali, spesso la gestione dell’ictus
varia moltissimo da ospedale a ospedale e tra regione e regione, determinando quindi
disparità nell’accesso ai trattamenti ed outcome differenti.
Dal 2016 Boehringer ha lanciato l’’Iniziativa Angels, un intervento in ambito sanitario, che
mira a migliorare le possibilità di sopravvivenza e di vita senza disabilità dei pazienti colpiti
da ictus ischemico.
L’Iniziativa Angels ha quindi vari scopi:
1. Erogare attività formative alle figure sanitarie coinvolte nel trattamento dello Stroke
2. Costruire reti regionali efficienti, costituite da centri funzionali e servizi di emergenza rapidi
3. E più importante, migliorare continuamente la qualità dell’assistenza, valutata tramite i
tempi e gli outcome dei trattamenti , tratti da database internazionali, come il SITS,
assegnando poi riconoscimenti ai centri di eccellenza.

 

 

 

EPISODIO 22 - Mitocondriopatie primitive: interessamento multisistemico e aspetti diagnostici

di Pr.ssa Serenella Servidei & Dr. Giulio Gadaleta | Professoressa Associato presso il Dipartimento di Neuroscienze dell' Università Cattolica del Sacro Cuore & Centro per le Malattie Neuromuscolari dell'Adulto, Dipartimento di Neuroscience "Rita Levi Montalcini", Università degli Studi di Torino

Razionale EP. 22 (02.05.2023)

I mitocondri rappresentano una struttura subcellulare essenziale per il fabbisogno energetico e metabolico dell’organismo. Nel momento in cui si verifichi una mutazione genetica a carico del DNA mitocondriale (mtDNA) o nucleare (nDNA), è possibile che ne consegua un’alterazione dei processi subordinati alla produzione di tale energia (principalmente ATP), con ripercussioni di varia gravità in termini di fenotipo clinico. L’attenzione per le mitocondriopatie primitive, principalmente miologico dato il preminente coinvolgimento a carico della muscolatura scheletrica, è in costante incremento, trattandosi in modo più ampio di patologie che potenzialmente possono interessare ogni organo e sistema, a partire dal sistema nervoso centrale e periferico, occhi, fegato, reni, sistema cardiovascolare e gastrointestinale. In aggiunta alle terapie definite come “cocktail mitocondriale” quali vitamine, aminoacidi e ubichinoni (i.e. Arginina, Riboflavina, Carnitina, Ubidecarenone), sono attualmente in studio differenti approcci terapeutici, basati su terapie eziopatologiche (es. geniche) o di gestione della cascata collaterale che origina dal difetto genetico primitivo (es. antiossidanti, terapie scavenging di rimozione di composti tossici).

Obiettivo del presente podcast è quello di identificare i principali aspetti eziopatogenetici, diagnostici e di caratterizzazione clinica delle miopatie mitocondriali, con un accenno alle attuali e future prospettive terapeutiche.

 

 

 

EPISODIO 21 - Tossina Botulinica

di Dr.ssa Anna Castagna & Dr.ssa Sandy Maria Cartella | Centro Disordini del movimento e tossina botulinica SAFLO, IRCCS Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Santa Maria Nascente, Milano & Centro Parkinson e Disturbi del Movimento, Dipartimento di Neurologia, Policlinico "Madonna della Consolazione", Reggio Calabria

Razionale EP. 21 (27.04.2023)

Il motivo principale per cui abbiamo pensato questo podcast è l’indiscussa utilità della tossina nella pratica clinica. La tossina è infatti un farmaco che, se ben usato, cambia la vita dei pazienti. I vantaggi di questo farmaco non finiscono qui: infatti, è privo di effetti collaterali sistemici, ed anche quelli locali, se dovessero verificarsi, sono temporanei! È per questo che garantisce un’elevata compliance dei pazienti. E, se ci pensiamo, è un farmaco relativamente recente. Infatti, è solo alla fine del 19esimo secolo che Kerner, dopo aver studiato gli effetti del “sausage poisoning” (anche su di sé, come di solito fanno i pionieri) introdusse la tossina botulinica al mondo. Grazie alle sue osservazioni e ai suoi esperimenti, egli ipotizzò il meccanismo d’azione della tossina ed anche il suo possibile uso terapeutico. Oggi, naturalmente, sappiamo che aveva ragione.

 

 

EPISODIO 20 - Microbiota nelle malattie neurodegenerative

di Prof.ssa Jessica Mandrioli & Dr.ssa Fabiola De Marchi | Professore Associato in Neurologia Università di Modena e Reggio Emilia & neurologa all'Ospedale Maggiore della Carità di Novara e ricercatrice dell'Università del Piemonte Orientale

Razionale EP. 20 (20.04.2023)

Il microbiota, inteso come abbondante e variegata popolazione di microorganismi che colonizza il nostro apparato digerente, è la più grande, complessa e dinamica comunità microbica del nostro corpo, e comprende quasi mille specie di batteri differenti, esercitando una marcata influenza sull’individuo sia durante il suo funzionamento fisiologico che durante eventuali patologie. Recenti evidenze scientifiche dimostrano che alterazioni del microbiota intestinale sono sempre più implicate nel modificare la suscettibilità e la progressione di varie malattie neurodegenerative, tra cui malattia di Alzheimer, malattia di Parkinson e Sclerosi Laterale Amiotrofica.

 

 

EPISODIO 19 - DBS e distonia cervicale: nuove prospettive

di Prof.ssa Francesca Morgante & Dr.ssa Maria Francesca Tepedino | St George’s University Hospital di Londra & Specializzanda in Neurologia presso l’Università di Salerno.

Razionale EP. 19 (18.04.2023)

La distonia cervicale è la forma di distonia focale più frequente nell’adulto. Colpisce i muscoli del collo causando deviazione della testa, dolore e tremore. Il trattamento principale è rappresentato dalle iniezioni di tossina botulinica, tuttavia, soggetti farmaco-resistenti e ben selezionati possono essere sottoposti a stimolazione cerebrale profonda, conosciuta anche con l’acronimo DBS, del globo pallido interno. La tempestiva e idonea selezione del paziente, il corretto posizionamento degli elettrodi, nonché la sartoriale programmazione di stimolazione sono fondamentali per il successo del trattamento, con netto miglioramento della qualità di vita dei pazienti.

 

EPISODIO 18 - Tremore

di Prof. Roberto Erro & Dr. Simone Aloisio | Department of Medicine, Surgery and Dentistry "Scuola Medica Salernitana" University of Salerno & Assistente in Formazione in Neurologia, I Clinica Neurologica e Neurofisiopatologia Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Avanzate (DAMSS) AOU "L. Vanvitelli" - Napoli

Razionale EP. 18 (13.04.2023)

Il tremore è il disturbo del movimento più comune e si caratterizza come un movimento involontario oscillatorio ritmico di una o più regioni corporee, non necessariamente contigue. Si tratta però di un disturbo estremamente eterogeneo e proprio in virtù di questa ricca fenomenologia clinica, l’approccio al paziente rappresenta una grande sfida per il neurologo; di qui la necessità nel corso degli anni di definirne criteri comuni di descrizione fenomenologica sulla base di caratteristiche clinico-laboratoristico-strumentali e sulla base dell’eziologia, allo scopo di supportare la diagnosi differenziale.

EPISODIO 17 - Le terapie ad alta efficacia nella sclerosi multipla: quali e quando?

di Dr.ssa Marinella Clerico & Dr. Gianmarco Abbadessa | Professoressa Associata presso il Dipartimento Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell'Università di Torino & Neurologo presso l'Università della Campania "Luigi Vanvitelli"

Razionale EP. 17 (11.04.2023)

Il danno neurologico inizia sin dalle fasi iniziali della Sclerosi Multipla, prima della manifestazione dei sintomi clinici. Il trattamento precoce con terapie ad alta efficacia può migliorare gli esiti clinici a lungo termine minimizzando l’accumulo di danni neurologici che si verificano nelle prime fasi della malattia. Le seguenti terapie modificanti il decorso sono approvate in Europa per il trattamento di tutte le forme di SM-recidivante, comprese la CIS, la SM-RR e, per alcuni DMT, la SM secondariamente progressiva (SM-SP) attiva: anticorpi monoclonali anti-CD20 (ofatumumab per via sottocutanea e ocrelizumab per via endovenosa), natalizumab (un antagonista del recettore dell’integrina alfa4beta2 somministrato per via endovenosa), modulatori del recettore della sfingosina 1-fosfato (S1P) (fingolimod, siponimod, ozanimod, ponesimod, tutti assunti per via orale), fumarati (dimetil, monometil, diroximel, tutti assunti per via orale), interferoni (IFNβ-1b somministrato per via sottocutanea, IFNβ-1a e IFNβ-1a pegilato somministrati per via sottocutanea o intramuscolare), teriflunomide (per via orale) e glatiramer acetato (iniezione sottocutanea).

EPISODIO 16 - Parkinson oltre il movimento: sintomi non motori

di Dr.ssa Licia Ricciardi & Dr. Gabriele Bellini | Neurologa e Prof.ssa Associata presso il St George’s, University di Londra & Specializzando in neurologia presso l'Università di Pisa

Razionale EP. 16 (06.04.2023)

La malattia di Parkinson è comunemente associata ai sintomi motori, come tremore, rigidità muscolare e difficoltà di movimento, ma ci sono anche molti sintomi non motori che possono essere presenti anche prima della diagnosi.

Tra i sintomi non motori più frequenti troviamo le problematiche della sfera cognitivo-comportale come disturbi mnesici, depressione e ansia; alterazioni del pattern ipnico notturno e disturbo comportamentale del sonno REM, disturbi di tipo gastrointestinale come la stipsi, disturbi uriniari tra cui l’incontinenza e  l’ipotensione ortostatica.

La frequenza dei sintomi non motori nella malattia di Parkinson varia da persona a persona, alcuni studi hanno dimostrato che fino al 90-100% dei pazienti con la malattia di Parkinson possono sperimentare almeno un sintomo non motorio. Da questo ne deriva sicuramente l’importanza per i pazienti e i caregiver di parlarne con il proprio medico o specialista per un loro corretto trattamento.

EPISODIO 15 - Chi ha paura del ganglioside?

di Dr. Diego Franciotta & Dr. Francesco Germano | Medico specialista in Neurologia e in Patologia Clinica, direttore dell'unità operativa struttura complessa Servizio di Medicina di Laboratorio (SMeL-1), IRCCS Fondazione Mondino, Istituto Neurologico Nazionale, Pavia & Medico in formazione specialistica in Neurologia, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Genova.

Razionale EP. 15 (04.04.2023)

È  abbastanza frequente che spesso, di fronte ad un paziente con neuropatia, scatti una sorta di riflesso condizionato, e venga richiesto un pannello per la diagnosi di neuropatie autoimmuni che comprende fino a 12 antigeni, il famoso pannello anti-gangliosidi. Tale pratica comune nasce probabilmente dalla scarsa conoscenza in tema e spesso ci pone di fronte a problemi diagnostici molto rilevanti, come ad esempio in caso di presenza di falsi positivi. Il goal di questa intervista è quello di chiarire non solo quali sono gli anticorpi anti gangliosidi, ma anche e soprattutto fornire delle utili informazioni in merito al loro significato clinico, alla rilevanza diagnostica ed a quando e come richiederli. 

EPISODIO 14 - Encefaliti autoimmuni: una diagnosi spinosa

di Dr. Francesco Deleo & Dr. Federico Emanuele Pozzi | U.O. Epilettologia Clinica e Neurofisiologia Sperimentale Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta" Epilepsy Unit Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta" & Dipartimento di Neurologia, Fondazione IRCCS San Gerardo, Monza - Centro di Neuroscienze di Milano (NeuroMI), Università degli Studi di Milano-Bicocca, Milano

Razionale EP. 14 (30.03.2023)

Le encefaliti autoimmuni sono un gruppo estremamente eterogeneo di disturbi che possono presentarsi con quadri molto diversi tra loro, abbracciando grandi macro-categorie della neurologia, dalle crisi epilettiche, al disturbo cognitivo, a sintomi psichiatrici, a disturbi del movimento e disautonomia, a disturbi periferici, fino a quadri drammatici come lo stato epilettico refrattario. La diagnosi si basa al giorno d’oggi sui criteri di Graus del 2016, che utilizzano un algoritmo per “step”, comprendente anche una specifica esclusione di altre cause, anche se non sembra che tutti i quadri descritti ad oggi rientrino nelle categorie individuate da questi autori.

EPISODIO 13 - Profilassi dell'emicrania: prevenire, per curare

di Dr.ssa Licia Grazzi & Dr. Oreste Marsico | Dipartimento Neuroalgologia Centro cefalee IRCCS fondazione Istituto NeurologicoCarlo Besta Milano & Specializzando in Neurologia e Dottorando presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro

Razionale EP. 13 (28.03.2023)

L’emicrania è la malattia neurologica più diffusa al mondo ed interessa, nella sua forma cronica, il 3% della popolazione mondiale. È una patologia correlata ad un alto tasso di disabilità, riconosciuta come malattia sociale anche in Italia da luglio 2020. Si caratterizza per attacchi di cefalea unilaterale di qualità pulsante, intensità moderata o severa, della durata di 4 – 72 ore, e che si associa, a nausea, vomito, fonofobia e fotofobia, oltre ad un corteo sintomatologico che può precedere o seguire il singolo attacco emicranico. La terapia dell’emicrania si avvale di approcci farmacologici e non, utilizzati sia nella fase acuta del dolore sia in prevenzione dello stesso.

EPISODIO 12 - La leggenda dell'RBD isolato

di Dr.ssa Ambra Stefani & Dr. Simone Cappellano | Sleep Disorders Clinic, Dipartimento di Neurologia Università di Medicina di Innsbruck - Ricercatore clinico post-dottorato, Istituto di ricerca clinica neurologica Dipartimento di Neurologia - MGH & Neurologo presso il Centro di Medicina del Sonno del IRCCS Neuromed di Pozzilli

Razionale EP. 12 (23.03.2023)

Il disturbo comportamentale del sonno REM (RBD) è una condizione clinica caratteristicamente associata a disturbi neurodegenerativi nella quale si presenta la ripetuta tendenza ad agire i sogni secondaria alla perdita della fisiologica atonia in corso di sonno REM. Le manifestazioni cliniche sono proteiformi e tendono a precedere spesso la diagnosi di un sottostante disturbo neurodegenerativo. La diagnosi di RBD presenta quindi importanti implicazioni prognostiche.

EPISODIO 11 - Drama therapy contro demenza e fragilità

di Dr.ssa Paola Perfetti & Dr. Adolfo Mazzeo | Laureata in Filosofia; attrice e regista, drammaterapeuta, formatrice.Lavora per la cooperativa La Meridiana, drammaterapeuta presso Il Paese Ritrovato (primo villaggio Alzheimer in Italia) & MD Neurology Resident Università La Sapienza di Roma

Razionale EP. 11 (21.03.2023)

La demenza ha una prevalenza dell’8% nella popolazione ultrasessantacinquenne. In assenza di un trattamento specifico, è necessario supportare al meglio i pazienti affetti da tale patologia e i loro caregiver. Pertanto, nascono iniziative come Paese ritrovato e la drammaterapia, di cui la maggior parte dei neurologi sa poco o nulla.

Il “Paese Ritrovato”, aperto nel giugno 2018, è il primo villaggio in Italia dedicato alla cura di persone con forme di demenza e affette dalla sindrome di Alzheimer. All’interno di questa realtà, anche sperimentale, che mette al centro la persona, sono presenti diverse attività volte alla cura e al benessere dell’individuo, tra queste la drammaterapia.

La Drammaterapia è un intervento di promozione relazionale, è un “luogo sociale protetto” nel quale si sperimentano nuovi modelli comunicativi e di socializzazione e dove si avvia un lavoro di cura di sé e del gruppo attraverso emozioni condivise. L’ascolto dell’altro, la condivisione, l’incontro oltre la parola che caratterizzano il metodo di questa disciplina, fanno della drammaterapia, un mezzo di aiuto e di supporto in un contesto di cura della persona colpita da Alzheimer. L’approccio emotivo ed espressivo e l’atmosfera positiva che caratterizzano il setting immettono la persona in una sensazione di benessere che può permanere oltre l’incontro, al di là del ricordo. La parola ed il gesto acquistano quindi un nuovo significato più fisico e più profondo prendendo dal teatro il senso metaforico che indica una nuova via di comunicazione sulla quale incontrarsi.

EPISODIO 10 - Paralisi sopranucleare progressiva: maneggiare con cura

di Dr.ssa Marina Picillo & Dr. Marco Liccari | Assistente Professore di Neurologia, Centro per le malattie neurodegenerative (CEMAND) Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria - Scuola Medica Salernitana Università di Salerno & SC (UCO) Clinica Neurologica, Dipartimento Universitario Clinico di Scienze Mediche Chirurgiche e della Salute, Ospedale di Cattinara, ASUGI, Università di Trieste

Razionale EP. 10 (16.03.2023)

La paralisi sopranucleare progressiva è una taupatia 4R, caratterizzata da una progressione rapida di malattia e da un core sintomatologico che comprende il deficit della motilità oculare, l’instabilità posturale precoce, acinesia e il decadimento cognitivo nei primi anni di malattia.

Storicamente la PSP era conosciuta come sindrome di Richardson, che ad oggi viene descritta dal fenotipo di PSP più classico che si manifesta con instabilità posturale e frequenti cadute early onset, paralisi dello sguardo sopranucleare sul piano verticale, alle quali si può associare un parkinsonismo prevalentemente simmetrico rigido acinetico.

Ora però, è riconosciuto come la PSP comprenda diverse varianti fenotipiche che spesso possono essere difficili da riconoscere utilizzando la vecchia definizione.

EPISODIO 9 - L'amiloidosi sistemica in neurologia

di Dr. Massimo Russo & Dr.ssa Mariangela Goglia | MD PhD Unità di Malattie Neurodegenerative, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Università di Messina & Specializzanda in Neurologia presso il policlinico Tor Vergata di Roma. Affiliazione: Unit malattie neuromuscolari, dipartimento medicina dei sistemi, Università Tor Vergata, Roma

Razionale EP. 9 (14.03.2023)

Le amiloidosi rappresentano un vasto gruppo di patologie accomunate dalla presenza di proteine che vanno incontro ad un malripiegamento e si accumulano nello spazio extracellulare di diversi organi bersaglio, tra cui il sistema nervoso periferico. Diverse forme di amiloidosi sono caratterizzate da manifestazioni neurologiche.

Molto importante il pronto riconoscimento di segnali che possano evitare il ritardo diagnostico in maniera tale da indirizzare i pazienti verso il corretto inquadramento e poter accedere il più precocemente possibile a terapie specifiche. Questo ultimo aspetto è mandatorio nella nuova era dei silenziatori genici.

EPISODIO 8 - Questa vertigine non è periferica

di Dr.ssa Silvia Colnaghi & Dr.ssa Gaia Fanella | SC Neurologia, Ospedale Civile di Voghera, ASST Pavia, Dipartimento Funzionale Sperimentale Interaziendale di Neuroscienze. Membro della Barany Society e del GDS Neuroftalmologia della SIN & Medico in formazione specialistica presso l'Università di Milano Bicocca.

Razionale EP. 8 (09.03.2023)

La vertigine è un sintomo particolarmente rilevante per la neurologia d’urgenza sia per la sua frequenza sia per la gravità delle malattie delle quali può essere il sintomo. Quanto a frequenza, la vertigine motiva dal 10 al 20% degli accessi in PS e nel 25% di questi casi è il sintomo di un ictus, diagnosi che viene mancata in fase acuta nel 35% dei casi. In particolare, la vertigine è tra i più comuni sintomi di esordio degli ictus del circolo posteriore e solo il 27% di questi pazienti presenta anche dei segni neurologici focali, pertanto stabilire dei criteri per poter valutare se una vertigine acuta, non associata ad altri segni, è ‘centrale’ è di grande importanza.

Bibliografia EP. 8 (09.03.2023)

Newman-Toker DE, Hsieh YH, Camargo CA Jr, Pelletier AJ, Butchy GT, Edlow JA. Spectrum of dizziness visits to US emergency departments: cross-sectional analysis from a nationally representative sample. Mayo Clin Proc. 2008 Jul;83(7):765-75. doi: 10.4065/83.7.765. PMID: 18613993; PMCID: PMC353647

 

Newman-Toker DE, Peterson SM, Badihian S, Hassoon A, Nassery N, Parizadeh D, Wilson LM, Jia Y, Omron R, Tharmarajah S, Guerin L, Bastani PB, Fracica EA, Kotwal S, Robinson KA. Diagnostic Errors in the Emergency Department: A Systematic Review. Rockville (MD): Agency for Healthcare Research and Quality (US); 2022 Dec. Report No.: 22(23)-EHC043. PMID: 36574484.

 

Kothari RU, Pancioli A, Liu T, Brott T, Broderick J. Cincinnati Prehospital Stroke Scale: reproducibility and validity. Ann Emerg Med. 1999 Apr;33(4):373-8. doi: 10.1016/s0196-0644(99)70299-4. PMID: 10092713.

 

Aroor S, Singh R, Goldstein LB. BE-FAST (Balance, Eyes, Face, Arm, Speech, Time): Reducing the Proportion of Strokes Missed Using the FAST Mnemonic. Stroke. 2017 Feb;48(2):479-481. doi: 10.1161/STROKEAHA.116.015169. Epub 2017 Jan 12. PMID: 28082668.

 

Saber Tehrani AS, Kattah JC, Mantokoudis G, Pula JH, Nair D, Blitz A, Ying S, Hanley DF, Zee DS, Newman-Toker DE. Small strokes causing severe vertigo: frequency of false-negative MRIs and nonlacunar mechanisms. Neurology. 2014 Jul 8;83(2):169-73. doi: 10.1212/WNL.0000000000000573. Epub 2014 Jun 11. PMID: 24920847; PMCID: PMC4117176.

 

Newman-Toker DE, Edlow JA. TiTrATE: A Novel, Evidence-Based Approach to Diagnosing Acute Dizziness and Vertigo. Neurol Clin. 2015 Aug;33(3):577-99, viii. doi: 10.1016/j.ncl.2015.04.011. PMID: 26231273; PMCID: PMC4522574.

 

Kattah JC, Talkad AV, Wang DZ, Hsieh YH, Newman-Toker DE. HINTS to diagnose stroke in the acute vestibular syndrome: three-step bedside oculomotor examination more sensitive than early MRI diffusion-weighted imaging. Stroke. 2009 Nov;40(11):3504-10. doi: 10.1161/STROKEAHA.109.551234. Epub 2009 Sep 17. PMID: 19762709; PMCID: PMC4593511.

 

Kim JS, Newman-Toker DE, Kerber KA, Jahn K, Bertholon P, Waterston J, Lee H, Bisdorff A, Strupp M. Vascular vertigo and dizziness: Diagnostic criteria. J Vestib Res. 2022;32(3):205-222. doi: 10.3233/VES-210169. PMID: 35367974; PMCID: PMC9249306.

 

Lempert T, Olesen J, Furman J, Waterston J, Seemungal B, Carey J, Bisdorff A, Versino M, Evers S, Kheradmand A, Newman-Toker D. Vestibular migraine: Diagnostic criteria1. J Vestib Res. 2022;32(1):1-6. doi: 10.3233/VES-201644. PMID: 34719447; PMCID: PMC9249276.

 

Cnyrim CD, Newman-Toker D, Karch C, Brandt T, Strupp M. Bedside differentiation of vestibular neuritis from central “vestibular pseudoneuritis”. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2008 Apr;79(4):458-60. doi: 10.1136/jnnp.2007.123596. PMID: 18344397.

EPISODIO 7 - La progressione della sclerosi multipla: è tempo di superare le tradizionali classificazioni?

di Dr. Marcello Moccia & Dr. Sebastiano Crisafulli | Ricercatore Senior presso il Centro di Sclerosi Multipla dell'Università Federico II di Napoli & Neurologo presso il Centro di Sclerosi Multipla dell'Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano

Razionale EP. 7 (07.03.2023)

Il tema di questo episodio è la progressione della sclerosi multipla: è tempo di superare le tradizionali classificazioni?
La Sclerosi Multipla è una malattia complessa e molto eterogenea sia dal punto di vista radiologico, clinico che immunologico. Come per molte patologie così eterogenee anche all’interno della stessa etichetta diagnostica è utile, ed anche necessaria, una classificazione. In particolare la Sclerosi Multipla viene classificata in tre principali forme sulla base dell’andamento clinico. La forma maggiormente prevalente e comune alla diagnosi è quella recidivante remittente è caratterizzata da un sintomo acuto con risoluzione più o meno completa e una successiva fase di remissione di durata variabile fino ad una successiva possibile ricaduta. La forma secondariamente progressiva, che può seguire ad un iniziale fase recidivante remittente, è caratterizzata da un lento e progressivo peggioramento clinico e accumulo di disabilità indipendentemente dalle ricadute. Infine la forma primariamente progressiva caratterizzata dall’assenza di ricadute cliniche e un graduale peggioramento dall’esordio della malattia. Sappiamo che questa classificazione, anche se molto utile, non è sempre adattabile a tutti i pazienti ed inoltre sappiamo che alcuni meccanismi immunologici alla base della malattia sono spesso presenti all’interno dell’intero spettro delle forme cliniche e non strettamente limitate ad una sola forma.

EPISODIO 6 - Biotech startup e ricerca accademica: mondi paralleli o nuove opportunità?

di Dr. Pierluigi Paracchi & Dr. Giacomo Sferruzza | Fondatore, Chairman e CEO di Genenta, Fondatore e CEO di Quantica SGR, co-fondatore di Axòn Capital e AurorA Science e membro del Comitato direttivo di Assobiotec & Neurologo e Dottorando in Neurooncologia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano

Razionale EP. 6 (02.03.2023)

In questo episodio parliamo dell’interazione tra il mondo delle start-up Biotech e la ricerca accademica. Sono due mondi paralleli o si aprono nuove opportunità?

EPISODIO 5 - Distonie infantili

di Pr.ssa Miryam Carecchio & Dr.ssa Sara Satolli | Dipartimento di Neuroscienze, Università di Padova & Medico Neurologo di Napoli

Razionale EP. 5 (28.02.2023)

L’argomento trattato sono le distonie genetiche con l’obiettivo di imparare ad orientarsi meglio tra pazienti pediatrici, genetica e terapia. La Distonia è un disturbo del movimento caratterizzato da una contrazione muscolare prolungata causante posture anomale o movimenti torzionali e ripetitivi. In base all’eziologia possiamo distinguere distonie ereditarie, acquisite, idiopatiche o secondarie ad altre patologie neurologiche.

EPISODIO 4 - Atrofia multisistemica: un lupo travestito da agnello

di Dr. ssa Alessandra Fanciulli & Dr.ssa Mirella Russo | Department of Neurology Medical University of Innsbruck, Austria & Neurologist, PhD fellow Department of Neuroscience Imaging and Clinical Sciences G. d'Annunzio University - Chieti (Italy)

Razionale EP. 4 (23.02.2023)

L’atrofia multisistemica rappresenta una grande sfida per il neurologo, in particolare in termini di diagnosi precoce, come anche confermato dal recente studio di validazione neuropatologica dei criteri della MDS. Passiamo ad un argomento che sicuramente interesserà i giovani neurologi che si trovano a gestire i primi casi di MSA: il trattamento. Come sappiamo, non esistono terapie disease-modifying approvate per questa malattia, nondimeno è necessario fornire un supporto dal punto di vista sintomatico. In ultimo: il titolo di questa puntata, un po’ Esopico, paragona questa malattia a un lupo travestito da agnello. Parliamo quindi di una condizione “pericolosa” percepita, almeno nelle prime fasi, come un innocuo quanto confuso insieme di sintomi; eppure, sappiamo che l’MSA rappresenta una malattia a progressione piuttosto rapida.

EPISODIO 3 - C'è un neurologo in sala operatoria

di Dr. Foresti Camillo & Dr.ssa Valeria Polonia | Dirigente Responsabile, US Neurofisiopatologia - UC Neurologia. ASST - Papa Giovanni XXIII &

Razionale EP. 3 (21.02.2023)

Il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio è una metodica sviluppata nel corso degli ultimi anni che, mediante l’utilizzo integrato e contemporaneo di più tecniche neurofisiologiche, soprattutto elettroencefalografia, potenziali evocati motori, somatosensoriali, acustici del tronco encefalo, elettromiografia ecc., permette di testare durante un intervento chirurgico l’integrità delle strutture nervose. Questa metodica ha destato crescente interesse dal momento che gli interventi di neurochirurgia si svolgono in anestesia generale, motivo per cui un’eventuale lesione iatrogena intraoperatoria del sistema nervoso centrale o periferico potrebbe essere rilevata solo al termine dell’intervento al risveglio del paziente, senza possibilità di rimediare ad un eventuale danno. Lo scopo del monitoraggio intraoperatorio è quindi quello di identificare, tramite le metodiche di monitoraggio e mappaggio neurofisiologico, un eventuale insulto neurologico intraoperatorio in tempo reale, in modo da consentire al chirurgo di annullare o minimizzare il danno ed evitare in tal modo un deficit neurologico post-operatorio permanente.

EPISODIO 2 - La chirurgia dell'Epilessia: quando candidare il paziente al percorso?

di Dr.ssa Laura Tassi & Dr.ssa Ginevra Giovannelli | Centro chirurgico Epilessia "Claudio Munari" - ASST Niguarda & UO di Neurologia dell'Ospedale Apuane di Massa (MS)

Razionale EP. 2 (16.02.2023)

Sappiamo che l’epilessia è una delle patologie neurologiche più frequenti, che colpisce nel mondo circa 50 milioni di persone ed ha un elevatissimo impatto sulla qualità della vita. Di tutti i pazienti con epilessia, ben 1 su 3 continua ad avere crisi nonostante la terapia ed è quindi definito “farmacoresistente”. E’ in questo contesto che nasce e si inserisce la Chirurgia dell’Epilessia, che attualmente rappresenta l’unica opzione in grado di offrire non solo la guarigione di una patologia altrimenti cronica, ma anche un’eventuale successiva sospensione dei farmaci. Nonostante questo, il suo impiego è largamente sottoutilizzato, forse anche per scarsa diffusione di conoscenza in materia. Spesso si pensa infatti alla chirurgia come una specie di “ultima spiaggia” ed i potenziali candidati vengono indirizzati ai Centri di Chirurgia quando è ormai troppo tardi. E’ fondamentale quindi la precoce e corretta individuazione di pazienti che potrebbero beneficiare dell’intervento chirurgico. Take home message: Il messaggio che ci portiamo a casa oggi è che la chirurgia dell’epilessia è estremamente efficace e deve essere presa in considerazione precocemente nella storia del paziente. Addirittura, in alcuni casi strutturali come, li ripetiamo, i tumori a basso grado, le displasie corticali focali e le sclerosi ippocampali possiamo indirizzare il paziente ad un iter pre-chirurgico anche prima che si verifichi la farmacoresistenza perché questo influenza positivamente l’outcome. Inoltre, dobbiamo tenere presente che anche nei casi più complessi o con la RM “apparentemente negativa” l’intervento non è necessariamente escluso, ma possono essere necessari ulteriori approfondimenti, da eseguire in Centri specializzati.

EPISODIO 1 - Cervelli in fuga

di Prof.ssa Elena Moro & Dr.ssa Isabella Colonna | Unità dei disturbi del movimento Servizio di Neurologia Capo del Pole PRENELE CHU di Grenoble Assessore Relazioni Internazionali, Facoltà di Medicina, Università Grenoble Alpes President Elect , European Academy of Neurology & U.O.C Neurologia, Ospedale A. Perrino, Brindisi.

Razionale EP. 1 (14.02.2023)

Nella formazione di un ricercatore l’esperienza all’estero è una tappa molto importante, direi fondamentale, in quanto oltre a far acquisire nuove conoscenze tecniche favorisce l’incontro con ricercatori provenienti da altre realtà e arricchisce il lavoro di ricerca. Mi piace citare uno studio pubblicato su Nature nel 2017 che, esaminando 14 milioni di pubblicazioni provenienti da 16 milioni di singoli individui e pubblicati nel periodo che va dal 2008 al 2015, ha rivelato che il 96% di questi ricercatori ha avuto un solo paese di affiliazione durante tutto il periodo (e quindi considerati come “non mobili”), mentre il 4%, classificati come mobili, avevano avuto più affiliazioni durante il periodo esaminato. Un’analisi successiva ha poi mostrato che i ricercatori mobili avevano in media circa il 40% di tassi di citazione più alti rispetto a quelli non mobili. Questo studio conferma ulteriormente l’importanza della mobilità internazionale per la carriera di un ricercatore. Quindi il fatto che i ricercatori vadano all’estero, la cosiddetta “fuga dei cervelli”, non dovrebbe avere un’accezione negativa. Il problema è che in molti paesi, tra cui l’Italia, la mobilità dei ricercatori è monodirezionale e non bi-direzionale come dovrebbe essere, cioè il flusso dei ricercatori in uscita non è bilanciato dall’entrata di ricercatori che rimpatriano o ricercatori di altre nazionalità, sia in termini di quantità che di qualità. Secondo uno studio condotto dal Centro studi e ricerche IDOS, dal 2008 al 2019 circa 14.000 individui che hanno conseguito un dottorato di ricerca di Italia sono emigrati permanentemente all’estero. Nel 2021 un lavoro italiano pubblicato su Science and Public Policy ha analizzato le cause che portano a questo flusso unidirezionale di ricercatori verso altre nazioni. Ha rivelato che i ricercatori italiani con affiliazione in Italia lamentavano, rispetto ai colleghi italiani all’estero, condizioni di lavoro peggiori caratterizzate da contratti precari, bassa retribuzione, minori opportunità di carriera, sistema di reclutamento nelle università poco trasparente. Nel novembre 2022, il Consiglio europeo della ricerca (ERC) ha proclamato i vincitori del bando “Starting Grants 2022” nell’ambito del programma Horizon Europe. Tra i vincitori di questo bando ci sono cittadini di 46 Paesi, e gli italiani sono arrivati al secondo posto dopo i tedeschi, evidenziando la bravura dei ricercatori italiani. La nota triste di questo dato è che la maggior parte dei ricercatori italiani vincitori di questo bando lavora all’estero; infatti, l’Italia si è classificata solo al sesto posto come destinazione finale dei fondi europei.