Stagione 3

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EPISODIO 12 - La leggenda dell'RBD isolato

di Dr.ssa Ambra Stefani & Dr. Simone Cappellano | Sleep Disorders Clinic, Dipartimento di Neurologia Università di Medicina di Innsbruck - Ricercatore clinico post-dottorato, Istituto di ricerca clinica neurologica Dipartimento di Neurologia - MGH & Neurologo presso il Centro di Medicina del Sonno del IRCCS Neuromed di Pozzilli

Razionale EP. 12 (23.03.2023)

Il disturbo comportamentale del sonno REM (RBD) è una condizione clinica caratteristicamente associata a disturbi neurodegenerativi nella quale si presenta la ripetuta tendenza ad agire i sogni secondaria alla perdita della fisiologica atonia in corso di sonno REM. Le manifestazioni cliniche sono proteiformi e tendono a precedere spesso la diagnosi di un sottostante disturbo neurodegenerativo. La diagnosi di RBD presenta quindi importanti implicazioni prognostiche.

EPISODIO 11 - Drama therapy contro demenza e fragilità

di Dr.ssa Paola Perfetti & Dr. Adolfo Mazzeo | Laureata in Filosofia; attrice e regista, drammaterapeuta, formatrice.Lavora per la cooperativa La Meridiana, drammaterapeuta presso Il Paese Ritrovato (primo villaggio Alzheimer in Italia) & MD Neurology Resident Università La Sapienza di Roma

Razionale EP. 11 (21.03.2023)

La demenza ha una prevalenza dell’8% nella popolazione ultrasessantacinquenne. In assenza di un trattamento specifico, è necessario supportare al meglio i pazienti affetti da tale patologia e i loro caregiver. Pertanto, nascono iniziative come Paese ritrovato e la drammaterapia, di cui la maggior parte dei neurologi sa poco o nulla.

Il “Paese Ritrovato”, aperto nel giugno 2018, è il primo villaggio in Italia dedicato alla cura di persone con forme di demenza e affette dalla sindrome di Alzheimer. All’interno di questa realtà, anche sperimentale, che mette al centro la persona, sono presenti diverse attività volte alla cura e al benessere dell’individuo, tra queste la drammaterapia.

La Drammaterapia è un intervento di promozione relazionale, è un “luogo sociale protetto” nel quale si sperimentano nuovi modelli comunicativi e di socializzazione e dove si avvia un lavoro di cura di sé e del gruppo attraverso emozioni condivise. L’ascolto dell’altro, la condivisione, l’incontro oltre la parola che caratterizzano il metodo di questa disciplina, fanno della drammaterapia, un mezzo di aiuto e di supporto in un contesto di cura della persona colpita da Alzheimer. L’approccio emotivo ed espressivo e l’atmosfera positiva che caratterizzano il setting immettono la persona in una sensazione di benessere che può permanere oltre l’incontro, al di là del ricordo. La parola ed il gesto acquistano quindi un nuovo significato più fisico e più profondo prendendo dal teatro il senso metaforico che indica una nuova via di comunicazione sulla quale incontrarsi.

EPISODIO 10 - Paralisi sopranucleare progressiva: maneggiare con cura

di Dr.ssa Marina Picillo & Dr. Marco Liccari | Assistente Professore di Neurologia, Centro per le malattie neurodegenerative (CEMAND) Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria - Scuola Medica Salernitana Università di Salerno & SC (UCO) Clinica Neurologica, Dipartimento Universitario Clinico di Scienze Mediche Chirurgiche e della Salute, Ospedale di Cattinara, ASUGI, Università di Trieste

Razionale EP. 10 (16.03.2023)

La paralisi sopranucleare progressiva è una taupatia 4R, caratterizzata da una progressione rapida di malattia e da un core sintomatologico che comprende il deficit della motilità oculare, l’instabilità posturale precoce, acinesia e il decadimento cognitivo nei primi anni di malattia.

Storicamente la PSP era conosciuta come sindrome di Richardson, che ad oggi viene descritta dal fenotipo di PSP più classico che si manifesta con instabilità posturale e frequenti cadute early onset, paralisi dello sguardo sopranucleare sul piano verticale, alle quali si può associare un parkinsonismo prevalentemente simmetrico rigido acinetico.

Ora però, è riconosciuto come la PSP comprenda diverse varianti fenotipiche che spesso possono essere difficili da riconoscere utilizzando la vecchia definizione.

EPISODIO 9 - L'amiloidosi sistemica in neurologia

di Dr. Massimo Russo & Dr.ssa Mariangela Goglia | MD PhD Unità di Malattie Neurodegenerative, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Università di Messina & Specializzanda in Neurologia presso il policlinico Tor Vergata di Roma. Affiliazione: Unit malattie neuromuscolari, dipartimento medicina dei sistemi, Università Tor Vergata, Roma

Razionale EP. 9 (14.03.2023)

Le amiloidosi rappresentano un vasto gruppo di patologie accomunate dalla presenza di proteine che vanno incontro ad un malripiegamento e si accumulano nello spazio extracellulare di diversi organi bersaglio, tra cui il sistema nervoso periferico. Diverse forme di amiloidosi sono caratterizzate da manifestazioni neurologiche.

Molto importante il pronto riconoscimento di segnali che possano evitare il ritardo diagnostico in maniera tale da indirizzare i pazienti verso il corretto inquadramento e poter accedere il più precocemente possibile a terapie specifiche. Questo ultimo aspetto è mandatorio nella nuova era dei silenziatori genici.

EPISODIO 8 - Questa vertigine non è periferica

di Dr.ssa Silvia Colnaghi & Dr.ssa Gaia Fanella | SC Neurologia, Ospedale Civile di Voghera, ASST Pavia, Dipartimento Funzionale Sperimentale Interaziendale di Neuroscienze. Membro della Barany Society e del GDS Neuroftalmologia della SIN & Medico in formazione specialistica presso l'Università di Milano Bicocca.

Razionale EP. 8 (09.03.2023)

La vertigine è un sintomo particolarmente rilevante per la neurologia d’urgenza sia per la sua frequenza sia per la gravità delle malattie delle quali può essere il sintomo. Quanto a frequenza, la vertigine motiva dal 10 al 20% degli accessi in PS e nel 25% di questi casi è il sintomo di un ictus, diagnosi che viene mancata in fase acuta nel 35% dei casi. In particolare, la vertigine è tra i più comuni sintomi di esordio degli ictus del circolo posteriore e solo il 27% di questi pazienti presenta anche dei segni neurologici focali, pertanto stabilire dei criteri per poter valutare se una vertigine acuta, non associata ad altri segni, è ‘centrale’ è di grande importanza.

Bibliografia EP. 8 (09.03.2023)

Newman-Toker DE, Hsieh YH, Camargo CA Jr, Pelletier AJ, Butchy GT, Edlow JA. Spectrum of dizziness visits to US emergency departments: cross-sectional analysis from a nationally representative sample. Mayo Clin Proc. 2008 Jul;83(7):765-75. doi: 10.4065/83.7.765. PMID: 18613993; PMCID: PMC353647

 

Newman-Toker DE, Peterson SM, Badihian S, Hassoon A, Nassery N, Parizadeh D, Wilson LM, Jia Y, Omron R, Tharmarajah S, Guerin L, Bastani PB, Fracica EA, Kotwal S, Robinson KA. Diagnostic Errors in the Emergency Department: A Systematic Review. Rockville (MD): Agency for Healthcare Research and Quality (US); 2022 Dec. Report No.: 22(23)-EHC043. PMID: 36574484.

 

Kothari RU, Pancioli A, Liu T, Brott T, Broderick J. Cincinnati Prehospital Stroke Scale: reproducibility and validity. Ann Emerg Med. 1999 Apr;33(4):373-8. doi: 10.1016/s0196-0644(99)70299-4. PMID: 10092713.

 

Aroor S, Singh R, Goldstein LB. BE-FAST (Balance, Eyes, Face, Arm, Speech, Time): Reducing the Proportion of Strokes Missed Using the FAST Mnemonic. Stroke. 2017 Feb;48(2):479-481. doi: 10.1161/STROKEAHA.116.015169. Epub 2017 Jan 12. PMID: 28082668.

 

Saber Tehrani AS, Kattah JC, Mantokoudis G, Pula JH, Nair D, Blitz A, Ying S, Hanley DF, Zee DS, Newman-Toker DE. Small strokes causing severe vertigo: frequency of false-negative MRIs and nonlacunar mechanisms. Neurology. 2014 Jul 8;83(2):169-73. doi: 10.1212/WNL.0000000000000573. Epub 2014 Jun 11. PMID: 24920847; PMCID: PMC4117176.

 

Newman-Toker DE, Edlow JA. TiTrATE: A Novel, Evidence-Based Approach to Diagnosing Acute Dizziness and Vertigo. Neurol Clin. 2015 Aug;33(3):577-99, viii. doi: 10.1016/j.ncl.2015.04.011. PMID: 26231273; PMCID: PMC4522574.

 

Kattah JC, Talkad AV, Wang DZ, Hsieh YH, Newman-Toker DE. HINTS to diagnose stroke in the acute vestibular syndrome: three-step bedside oculomotor examination more sensitive than early MRI diffusion-weighted imaging. Stroke. 2009 Nov;40(11):3504-10. doi: 10.1161/STROKEAHA.109.551234. Epub 2009 Sep 17. PMID: 19762709; PMCID: PMC4593511.

 

Kim JS, Newman-Toker DE, Kerber KA, Jahn K, Bertholon P, Waterston J, Lee H, Bisdorff A, Strupp M. Vascular vertigo and dizziness: Diagnostic criteria. J Vestib Res. 2022;32(3):205-222. doi: 10.3233/VES-210169. PMID: 35367974; PMCID: PMC9249306.

 

Lempert T, Olesen J, Furman J, Waterston J, Seemungal B, Carey J, Bisdorff A, Versino M, Evers S, Kheradmand A, Newman-Toker D. Vestibular migraine: Diagnostic criteria1. J Vestib Res. 2022;32(1):1-6. doi: 10.3233/VES-201644. PMID: 34719447; PMCID: PMC9249276.

 

Cnyrim CD, Newman-Toker D, Karch C, Brandt T, Strupp M. Bedside differentiation of vestibular neuritis from central “vestibular pseudoneuritis”. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2008 Apr;79(4):458-60. doi: 10.1136/jnnp.2007.123596. PMID: 18344397.

EPISODIO 7 - La progressione della sclerosi multipla: è tempo di superare le tradizionali classificazioni?

di Dr. Marcello Moccia & Dr. Sebastiano Crisafulli | Ricercatore Senior presso il Centro di Sclerosi Multipla dell'Università Federico II di Napoli & Neurologo presso il Centro di Sclerosi Multipla dell'Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano

Razionale EP. 7 (07.03.2023)

Il tema di questo episodio è la progressione della sclerosi multipla: è tempo di superare le tradizionali classificazioni?
La Sclerosi Multipla è una malattia complessa e molto eterogenea sia dal punto di vista radiologico, clinico che immunologico. Come per molte patologie così eterogenee anche all’interno della stessa etichetta diagnostica è utile, ed anche necessaria, una classificazione. In particolare la Sclerosi Multipla viene classificata in tre principali forme sulla base dell’andamento clinico. La forma maggiormente prevalente e comune alla diagnosi è quella recidivante remittente è caratterizzata da un sintomo acuto con risoluzione più o meno completa e una successiva fase di remissione di durata variabile fino ad una successiva possibile ricaduta. La forma secondariamente progressiva, che può seguire ad un iniziale fase recidivante remittente, è caratterizzata da un lento e progressivo peggioramento clinico e accumulo di disabilità indipendentemente dalle ricadute. Infine la forma primariamente progressiva caratterizzata dall’assenza di ricadute cliniche e un graduale peggioramento dall’esordio della malattia. Sappiamo che questa classificazione, anche se molto utile, non è sempre adattabile a tutti i pazienti ed inoltre sappiamo che alcuni meccanismi immunologici alla base della malattia sono spesso presenti all’interno dell’intero spettro delle forme cliniche e non strettamente limitate ad una sola forma.

EPISODIO 6 - Biotech startup e ricerca accademica: mondi paralleli o nuove opportunità?

di Dr. Pierluigi Paracchi & Dr. Giacomo Sferruzza | Fondatore, Chairman e CEO di Genenta, Fondatore e CEO di Quantica SGR, co-fondatore di Axòn Capital e AurorA Science e membro del Comitato direttivo di Assobiotec & Neurologo e Dottorando in Neurooncologia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano

Razionale EP. 6 (02.03.2023)

In questo episodio parliamo dell’interazione tra il mondo delle start-up Biotech e la ricerca accademica. Sono due mondi paralleli o si aprono nuove opportunità?

EPISODIO 5 - Distonie infantili

di Pr.ssa Miryam Carecchio & Dr.ssa Sara Satolli | Dipartimento di Neuroscienze, Università di Padova & Medico Neurologo di Napoli

Razionale EP. 5 (28.02.2023)

L’argomento trattato sono le distonie genetiche con l’obiettivo di imparare ad orientarsi meglio tra pazienti pediatrici, genetica e terapia. La Distonia è un disturbo del movimento caratterizzato da una contrazione muscolare prolungata causante posture anomale o movimenti torzionali e ripetitivi. In base all’eziologia possiamo distinguere distonie ereditarie, acquisite, idiopatiche o secondarie ad altre patologie neurologiche.

EPISODIO 4 - Atrofia multisistemica: un lupo travestito da agnello

di Dr. ssa Alessandra Fanciulli & Dr.ssa Mirella Russo | Department of Neurology Medical University of Innsbruck, Austria & Neurologist, PhD fellow Department of Neuroscience Imaging and Clinical Sciences G. d'Annunzio University - Chieti (Italy)

Razionale EP. 4 (23.02.2023)

L’atrofia multisistemica rappresenta una grande sfida per il neurologo, in particolare in termini di diagnosi precoce, come anche confermato dal recente studio di validazione neuropatologica dei criteri della MDS. Passiamo ad un argomento che sicuramente interesserà i giovani neurologi che si trovano a gestire i primi casi di MSA: il trattamento. Come sappiamo, non esistono terapie disease-modifying approvate per questa malattia, nondimeno è necessario fornire un supporto dal punto di vista sintomatico. In ultimo: il titolo di questa puntata, un po’ Esopico, paragona questa malattia a un lupo travestito da agnello. Parliamo quindi di una condizione “pericolosa” percepita, almeno nelle prime fasi, come un innocuo quanto confuso insieme di sintomi; eppure, sappiamo che l’MSA rappresenta una malattia a progressione piuttosto rapida.

EPISODIO 3 - C'è un neurologo in sala operatoria

di Dr. Foresti Camillo & Dr.ssa Valeria Polonia | Dirigente Responsabile, US Neurofisiopatologia - UC Neurologia. ASST - Papa Giovanni XXIII &

Razionale EP. 3 (21.02.2023)

Il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio è una metodica sviluppata nel corso degli ultimi anni che, mediante l’utilizzo integrato e contemporaneo di più tecniche neurofisiologiche, soprattutto elettroencefalografia, potenziali evocati motori, somatosensoriali, acustici del tronco encefalo, elettromiografia ecc., permette di testare durante un intervento chirurgico l’integrità delle strutture nervose. Questa metodica ha destato crescente interesse dal momento che gli interventi di neurochirurgia si svolgono in anestesia generale, motivo per cui un’eventuale lesione iatrogena intraoperatoria del sistema nervoso centrale o periferico potrebbe essere rilevata solo al termine dell’intervento al risveglio del paziente, senza possibilità di rimediare ad un eventuale danno. Lo scopo del monitoraggio intraoperatorio è quindi quello di identificare, tramite le metodiche di monitoraggio e mappaggio neurofisiologico, un eventuale insulto neurologico intraoperatorio in tempo reale, in modo da consentire al chirurgo di annullare o minimizzare il danno ed evitare in tal modo un deficit neurologico post-operatorio permanente.

EPISODIO 2 - La chirurgia dell'Epilessia: quando candidare il paziente al percorso?

di Dr.ssa Laura Tassi & Dr.ssa Ginevra Giovannelli | Centro chirurgico Epilessia "Claudio Munari" - ASST Niguarda & UO di Neurologia dell'Ospedale Apuane di Massa (MS)

Razionale EP. 2 (16.02.2023)

Sappiamo che l’epilessia è una delle patologie neurologiche più frequenti, che colpisce nel mondo circa 50 milioni di persone ed ha un elevatissimo impatto sulla qualità della vita. Di tutti i pazienti con epilessia, ben 1 su 3 continua ad avere crisi nonostante la terapia ed è quindi definito “farmacoresistente”. E’ in questo contesto che nasce e si inserisce la Chirurgia dell’Epilessia, che attualmente rappresenta l’unica opzione in grado di offrire non solo la guarigione di una patologia altrimenti cronica, ma anche un’eventuale successiva sospensione dei farmaci. Nonostante questo, il suo impiego è largamente sottoutilizzato, forse anche per scarsa diffusione di conoscenza in materia. Spesso si pensa infatti alla chirurgia come una specie di “ultima spiaggia” ed i potenziali candidati vengono indirizzati ai Centri di Chirurgia quando è ormai troppo tardi. E’ fondamentale quindi la precoce e corretta individuazione di pazienti che potrebbero beneficiare dell’intervento chirurgico. Take home message: Il messaggio che ci portiamo a casa oggi è che la chirurgia dell’epilessia è estremamente efficace e deve essere presa in considerazione precocemente nella storia del paziente. Addirittura, in alcuni casi strutturali come, li ripetiamo, i tumori a basso grado, le displasie corticali focali e le sclerosi ippocampali possiamo indirizzare il paziente ad un iter pre-chirurgico anche prima che si verifichi la farmacoresistenza perché questo influenza positivamente l’outcome. Inoltre, dobbiamo tenere presente che anche nei casi più complessi o con la RM “apparentemente negativa” l’intervento non è necessariamente escluso, ma possono essere necessari ulteriori approfondimenti, da eseguire in Centri specializzati.

EPISODIO 1 - Cervelli in fuga

di Prof.ssa Elena Moro & Dr.ssa Isabella Colonna | Unità dei disturbi del movimento Servizio di Neurologia Capo del Pole PRENELE CHU di Grenoble Assessore Relazioni Internazionali, Facoltà di Medicina, Università Grenoble Alpes President Elect , European Academy of Neurology & U.O.C Neurologia, Ospedale A. Perrino, Brindisi.

Razionale EP. 1 (14.02.2023)

Nella formazione di un ricercatore l’esperienza all’estero è una tappa molto importante, direi fondamentale, in quanto oltre a far acquisire nuove conoscenze tecniche favorisce l’incontro con ricercatori provenienti da altre realtà e arricchisce il lavoro di ricerca. Mi piace citare uno studio pubblicato su Nature nel 2017 che, esaminando 14 milioni di pubblicazioni provenienti da 16 milioni di singoli individui e pubblicati nel periodo che va dal 2008 al 2015, ha rivelato che il 96% di questi ricercatori ha avuto un solo paese di affiliazione durante tutto il periodo (e quindi considerati come “non mobili”), mentre il 4%, classificati come mobili, avevano avuto più affiliazioni durante il periodo esaminato. Un’analisi successiva ha poi mostrato che i ricercatori mobili avevano in media circa il 40% di tassi di citazione più alti rispetto a quelli non mobili. Questo studio conferma ulteriormente l’importanza della mobilità internazionale per la carriera di un ricercatore. Quindi il fatto che i ricercatori vadano all’estero, la cosiddetta “fuga dei cervelli”, non dovrebbe avere un’accezione negativa. Il problema è che in molti paesi, tra cui l’Italia, la mobilità dei ricercatori è monodirezionale e non bi-direzionale come dovrebbe essere, cioè il flusso dei ricercatori in uscita non è bilanciato dall’entrata di ricercatori che rimpatriano o ricercatori di altre nazionalità, sia in termini di quantità che di qualità. Secondo uno studio condotto dal Centro studi e ricerche IDOS, dal 2008 al 2019 circa 14.000 individui che hanno conseguito un dottorato di ricerca di Italia sono emigrati permanentemente all’estero. Nel 2021 un lavoro italiano pubblicato su Science and Public Policy ha analizzato le cause che portano a questo flusso unidirezionale di ricercatori verso altre nazioni. Ha rivelato che i ricercatori italiani con affiliazione in Italia lamentavano, rispetto ai colleghi italiani all’estero, condizioni di lavoro peggiori caratterizzate da contratti precari, bassa retribuzione, minori opportunità di carriera, sistema di reclutamento nelle università poco trasparente. Nel novembre 2022, il Consiglio europeo della ricerca (ERC) ha proclamato i vincitori del bando “Starting Grants 2022” nell’ambito del programma Horizon Europe. Tra i vincitori di questo bando ci sono cittadini di 46 Paesi, e gli italiani sono arrivati al secondo posto dopo i tedeschi, evidenziando la bravura dei ricercatori italiani. La nota triste di questo dato è che la maggior parte dei ricercatori italiani vincitori di questo bando lavora all’estero; infatti, l’Italia si è classificata solo al sesto posto come destinazione finale dei fondi europei.